di Leonardo Vitucci
Molto spesso, ci interroghiamo se il modo di fare di qualcuno corrisponda al vero o risulti solamente la costruzione di un “personaggio”.
È un periodo storico in cui, grazie alle piattaforme digitali e ai nuovi media, è più facile ottenere una grande notorietà, tanto da aver portato la maggioranza di questa nuova generazione di celebrità anche a pubblicare dei libri e delle biografie, grazie alle quali hanno ottenuto un grande successo e tante vendite.
Siamo arrivati a pensare che ci voglia davvero poco per ottenere un successo così sproporzionato, che basti davvero mostrare una faccia davanti ad un cellulare o a costruirsi un personaggio che porti anche a produrre incontri e parentesi, così influenti da aumentare la propria fama, senza aver costruito nulla di particolarmente esaltante. Ma la vera domanda da porsi è questa: si indossa una maschera o è tutto vero?
Ciò che deve davvero renderci orgogliosi non è il successo, bensì il nostro impegno e quello che si è costruito, passo per passo, con il fine di essere un qualcuno nella vita, attraverso le fatiche che ognuno di noi ha impiegato in un compito finalizzato al raggiungimento di un determinato risultato.
Dobbiamo essere noi stessi, senza dover cambiare per gli altri o essere qualcun altro per riscuotere successo. La finzione e l’improvvisazione non servono a niente. A parlare deve essere la nostra personalità, costruita con il tempo.
Sono le nostre idee ed il nostro lavoro ad essere il biglietto da visita per presentarci a chi vorrà giudicarci. È ciò che dovrà farci sentire orgogliosi del nostro percorso, permettendoci (alla fine di questo) di acquisire un bagaglio culturale tale da affrontare l’avversario più ostico che potremmo mai affrontare: la vita.
Contro la vita, conterà poco far finta di essere qualcun altro. Conterà la farina del proprio sacco, perché è da questa che si potrà preparare una buonissima torta da esporre in vetrina.