di Marco Moretti
*sommelier Ais
Un’antica credenza popolare vuole che i vini rosati siano il frutto di un “mischione” fra vini ad uvaggio bianco e vini ad uvaggio rosso. Vi confesso (sssh… ma non lo dite in giro) che anche io, in età adolescenziale, ero fra coloro che ritenevano che tale credenza fosse veritiera. In realtà non è affatto così. Anzi se ciò avvenisse ci si ritroverebbe non solo fuori da qualsiasi disciplinare ma proprio fuori legge.
In realtà, la credenza di cui prima, non è totalmente destituita di fondamento. Sì perché in Francia, dove amano sperimentare, miscelando lo Chardonnay con il Pinot noir prima che si attivi la seconda fermentazione, hanno ottenuto lo Champagne Rosè, prodotto che tutto sommato ha un discreto successo.
E allora come si ottengono i vini rosati e perché, in fondo, non godono dello stesso apprezzamento dei vini bianchi e dei vini rossi?
Proviamo a scoprirlo.
Entrando nello specifico i sistemi per produrre i vini rosati sono diversi, anche se il più utilizzato è quello che prevede una breve macerazione di uve a bacca nera poco pigmentate e povere di tannini, in alternativa vengono mescolate in uvaggio uve a bacca nera e uve a bacca bianca. Uve sì, ma vini no!
Ma aldilà del colore le caratteristiche organolettiche di un vino rosato sono molto più simili ad un vino bianco che a quelle di un vino rosso.
Le belle tonalità che ritroviamo nel calice di un vino rosato possono essere racchiuse in tre tipologie (secondo la terminologia tecnica abitualmente usata): rosa tenue, rosa chiaretto e rosa cerasuolo.
Parliamo di un vino particolarmente apprezzato da una clientela giovanile per i suoi colori e i suoi profumi delicati e fragranti, oltre ad una discreta freschezza dei sapori.
Pur continuando a pagare un pregiudizio, purtroppo diffuso, che lo relega a vino privo di identità, il vino rosato pian piano sta’ guadagnando nuove fette di mercato.
Ne è la prova proprio lo Champagne Rosè sopra citato.
Ma senza andare Oltrealpe, abbiamo anche noi degli ottimi prodotti. Su tutti mi piace sottolineare il Five Roses Igt Salento che, come recita sul sito della propria azienda, è il primo rosato imbottigliato in Italia ricavato principalmente da uve Negroamaro.
E come non provare un ottimo cerasuolo d’Abruzzo ottenuto da uve Montepulciano in purezza.
Insomma signori ce n’è per tutti i gusti e, ovviamente, per tutte le tasche.