di Angelica Sterbini
Quando siamo piccoli veniamo catapultati all’interno di infrastrutture scolastiche, che dovrebbero insegnarci come affrontare la vita. Perché prima di farci comprendere la somma o gli articoli determinativi, la scuola dovrebbe creare quelle strutture socio-psicologiche che aiuteranno il ragazzo ad affacciarsi con un benessere mentale al mondo degli adulti. Quello che andremo ora ad affrontare è un tema abbastanza complesso, ossia il rapporto professore-alunno.
I ragazzi alcune volte vivono delle situazioni spiacevoli all’interno dell’ambiente scolastico e questo è anche a causa dei docenti che ne fanno parte. In altre situazioni invece sono proprio questi ultimi che trasmettono una sicurezza tale da portare l’alunno ad avere un atteggiamento propositivo. A tutti voi sarà capitato di incontrare un professore che non ha saputo trasmettervi l’amore per la sua materia o che semplicemente aveva un atteggiamento distaccato e non propenso alla comprensione del singolo individuo.
Ma questo perché accade? Manca molte volte un legame emotivo che deve essere creato dal professore, il quale deve considerare l’alunno in primis come una persona con delle emozioni, con un proprio passato, comprendere il suo background famigliare e non considerarlo come un contenitore da riempire esclusivamente di nozioni didattiche. Deve capire quali elementi di connessione possano portare l’alunno a simpatizzare con lo stesso docente e poi con la sua materia. Solo in questo modo si può instaurare un buon rapporto con tutta la classe cosicché si crei il legame emotivo menzionato in precedenza. Se non avviene questo vi sarà un’immediata chiusura del ragazzo nei confronti del proprio professore e un rendimento scolastico negativo.
Sono anche consapevole che essere un professore non è di certo semplice poiché i ragazzi molte volte si pongono male verso i propri docenti. Quindi anche un alunno dovrebbe rendersi conto che la scuola è formazione e non gioco, che i docenti sono persone che vanno rispettate. Sicuramente anche l’allievo deve avere un atteggiamento proficuo. Se da ambo le parti ci si impegna, sorprendentemente l’alunno riceverà risultati migliori che soddisferanno sé stesso e poi il docente.
Un’altra cosa che vorrei approfondire è la questione riguardante la collaborazione. Gli insegnanti dovrebbero mirare al raggiungimento di una sana cooperazione e non competizione. Per molti quest’ultima potrebbe risultare positiva per l’alunno, ma in realtà è proprio la “sana competizione” che porta alcuni allievi ad avere problemi in aula, perché si potrebbe pensare di avere un valore inferiore di un compagno che raggiunge risultati migliori. Sarebbe preferibile che sin da subito si instauri un clima mite in classe, guidato da una partecipazione che permette ad ogni alunno di esprimere le proprie capacità e che potrebbe contribuire alla formazione di adulti migliori per il futuro.
Penso che nella vita di un adolescente i docenti siano fondamentali, perché lo aiutano a crescere, a migliorarsi, e molte volte a sfidare i limiti che crede di avere. Del resto è vero che un docente, esercitando il proprio ruolo in maniera errata, potrebbe rendere l’adolescenza difficile per un ragazzo tanto da condizionarlo al punto da non fargli credere più in sé stesso. Quindi spero che ciascun alunno sia consapevole del valore che possiede, indipendente dal numero che ottiene e che ogni professore possa dare tanto ad ogni allievo per portarlo ad avere un buon bagaglio culturale e al raggiungimento della sua autostima.