di Elisa Masini
Psicologa clinica specializzata in dipendenze comportamentali e da sostanze e in sessuologia
Il termine “sessualità” è riferito, più specificatamente, agli aspetti psicologici, sociali e culturali del comportamento sessuale umano mentre, invece, col termine “attività sessuale” ci si riferisce più specificatamente alle pratiche sessuali vere e proprie.
L’identità sessuale è la dimensione individuale e soggettiva del percepirsi sessuati, ed è l’esito della complessa interazione tra aspetti bio-psico-socio-culturali di un individuo. L’identità sessuale è vista come un costrutto multidimensionale, costituito da quattro componenti: il sesso biologico, che, in quanto biologico, è quello che ci determina dalla nascita, come ormoni e organo sessuale; l’identità di genere, ovvero il modo in cui percepiamo noi stessi, il sesso nel quale sentiamo di riconoscerci; il ruolo di genere, cioè le aspettative culturali e/o gli stereotipi di genere, in altre parole come ci si aspetta che uomini e donne si comportino sulla base del sesso di appartenenza; infine, l’orientamento sessuale, ovvero la natura delle relazioni sessuali e/o sentimentali che intrecciano.
Educare i bambini alla sessualità fin dalla primissima infanzia è la raccomandazione che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) rivolge a tutti con lo scopo di mettere consapevolmente in guardia i giovani dalle malattie a trasmissione sessuale, formarli a comportamenti corretti che consentano di vivere la vita di coppia adolescenziale e adulta poi in maniera appagante e responsabile. Educare i bambini alla sessualità significa essere pronti nel dare loro informazioni adeguate con un linguaggio e un contenuto commisurato all’età.
La sfera emozionale-affettiva riveste una notevole importanza nello sviluppo dell’individuo, soprattutto nelle fasi di vita della preadolescenza e dell’adolescenza, in cui il ragazzo e la ragazza cominciano a definire le proprie scelte personali e sociali.
Esplorare con i bambini e i ragazzi le emozioni è importante per favorire la capacità di riconoscerle, nominarle ed imparare ad esserne consapevoli, amplificando la loro capacità empatica.
Educare alla sessualità non è, semplicemente, insegnare agli adolescenti come non ammalarsi oppure come non fare un bambino. È qualcosa di estremamente interessante ed affascinante che mira al benessere delle persone nel lungo termine. In ogni fase della vita è possibile educare alla sessualità e all’affettività, insegnando il rispetto per se stessi e per l’altro.
Crescendo, gli adolescenti apprendono i primi concetti di sessualità in gruppi informali come familiari e amicali. I genitori, in particolare, sono di primaria importanza, ancor prima degli educatori di professione. Tuttavia, in famiglia si sceglie purtroppo spesso il silenzio su questo argomento, senza considerare che è anch’esso un modo di comunicare: infatti con il silenzio si comunica che di questa cosa non si può parlare, si censura l’argomento e si instaura un potente tabù. Ciò può inibire, o condizionare negativamente, il processo di crescita dei ragazzi, che, approfittando del silenzio degli adulti, cercano di captare informazioni dove e come possono: spesso online e tra amici di pari livello. E si sa che, ciò che Internet propone, al di là di soddisfare la morbosa curiosità del momento, sono modelli di sessualità spesso non sani, non reali e a volte disfunzionali.