di Francesco Rozzo
I dati Eurostat ci dicono, da una settimana, che la Terra ha toccato quota 8 miliardi di persone. L’Istat, al contrario, ci evidenzia come in Italia, nel 2022, si sia verificato il record negativo di nascite dopo l’unificazione italiana, vale a dire dal 1861. Un dato estremamente preoccupante che deve far ragionare coloro che ci governano. È necessario cambiare passo altrimenti il popolo italiano rischia una vera e propria estinzione. Ma perché in Italia non si fanno più figli? Sicuramente la prima causa è legata a un fattore strettamente economico. La precarietà o la mancanza di un lavoro, l’assenza di garanzie, un mercato immobiliare in crisi perenne. Tutti ostacoli che minano una prospettiva di futuro e stabilità. E poi c’è il grande dilemma: donna madre o donna lavoratrice? La risposta a questa domanda è semplice: entrambe. Una donna è in grado di saper conciliare lavoro e famiglia, deve essere solo messa nelle condizioni di poterlo esprimere nel migliore dei modi attraverso politiche a sostegno della maternità. Molto spesso le donne concepiscono figli in età adulta, rischiando l’infertilità, dopo anni di difficoltà e insicurezze proprio perché la politica ha sempre trascurato e strumentalizzato il tema. Si è generata, recentemente, una grande polemica sul perché il nuovo Presidente del Consiglio abbia portato con sé al G20 di Bali sua figlia. Il Presidente Meloni può essere attaccato su tutto, partendo dalle sue proposte economiche, ma sul suo ruolo di madre non abbiamo diritto di criticarla. Sono molti il leader politici donna, ma anche uomini, che in occasioni di trasferte internazionali hanno portato con sé i propri figli e nessuno si è mai scandalizzato. Con questo gesto il nuovo premier ha dimostrato che si possono conciliare lavoro e famiglia. Naturalmente bisognerebbe garantire a tutte le stesse opportunità perché, a oggi, la maggior parte delle donne non hanno le stesse disponibilità della Meloni. Infine c’è un ultimo aspetto fondamentale da sottolineare, di cui poco si parla: bisogna coltivare la cultura della paternità al passo dei tempi. Fortunatamente noi stiamo cercando di uscire da una mentalità di società patriarcale dove l’uomo lavora ed è la donna che accudisce i figli. Anche gli uomini, se vogliono, sono in grado di educare trasmettendo valori e principi. La differenza, nell’educazione soprattutto, non la fa il sesso, ma la fa la persona.