di Patrizia Gradito e Nicola Viceconti

Nei pressi di uno dei centri commerciali più conosciuti della capitale, a due passi da Ciampino, scopriamo una vera perla nascosta: un polo culturale che è possibile visitare gratuitamente e che offre mostre d’arte, ampi spazi per la lettura, lo scambio, la riflessione. Si tratta di un casale storico che è stato ristrutturato nell’ambito del programma urbanistico “Eur-Castellaccio” che, come indicato sul sito internet di Roma Capitale: “è stato completamente ristrutturato e convertito in uno spazio culturale destinato a ospitare i reperti archeologici recuperati nell’area di Roma sud, gestito dal IX Municipio”. Stiamo parlando de La Vaccheria, all’Eur, che una volta agiva da stalla.

Il complesso si estende per circa 1.590 mq su due piani, con sala conferenze, area ristoro, bookshop, uffici e da un corpo complementare con i laboratori. Fino a marzo 2025 è possibile ammirare “Viaggio nella pop art”; un nuovo modo di amare le cose con circa 200 opere di provenienza da collezioni private, attraversando ben ottant’anni, dalla pop art americana degli anni Sessanta fino ai “Romani di Piazza del popolo”, passando per la Urban Art e la New Generation, con 45 artisti italiani e internazionali

L’inaugurazione della Vaccheria è avvenuta a settembre scorso con la mostra Flesh: Warhol & The Cow. Le opere di Andy Warhol. Parte della produzione del famoso artista di Pittsburgh – che ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell’arte, della musica, del cinema e della moda – è rappresentata in alcune delle sue opere più note: da Liza Minelli a Elvis. Particolarmente significativa è l’opera “Fate Presto”, una reinterpretazione in stile Pop Art della prima pagina del quotidiano “Il Mattino” del 26 novembre 1980, che esortava a intervenire rapidamente in soccorso delle vittime del terremoto in Irpinia. Ci accompagnano nel percorso Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg, e artisti contemporanei come Marco Lodola – fondatore del Nuovo Futurismo, presente con opere come “Jim Morrison” e Mark Kostabi.

Si può compiere un viaggio immaginario nella Pop Art che con la sua visione del mondo leggera ma mai superficiale ha rivoluzionato il modo di osservare le cose più familiari e quotidiane, come noti prodotti commerciali, ricorrendo a riproduzioni a tratti esasperate e deformate, in chiave critica e ironica dei simboli del consumismo e della cultura di massa. Di effetto l’opera di Erika Calesini riferita alla pace “Peace gum turquoise” e di Mario Schifano, tra le figure più poliedriche, rappresentato in questa mostra con un omaggio a De Chirico, “Piazza delle Muse Inquietanti”.

Pop art è l’abbreviazione di Popular art e indica una forma artistica destinata a un ampio spettro di fruitori, rappresenta un movimento artistico votato al cambiamento, che mira a trovare un punto di incontro tra l’arte e le persone comuni, rigettando il concetto di arte destinata a pochi.

Desideriamo dunque condividere la piacevole scoperta di un polo culturale d’avanguardia, dove trascorrere del tempo libero, lasciandoci solleticare dall’arte.

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