di Anna Belli
Cari Amici lettori,
Questo numero di “Tempi Nuovi” esce ancora una volta in edizione cartacea.
Dal mese prossimo, se non ci saranno novità, “Tempi Nuovi” continuerà la sua attività sui vari Social e sul sito tempi-nuovi.it
Potete immaginare perché: l’edizione cartacea ha un costo di gran lunga superiore a quello del sito web.
Potremmo continuare a stampare “Tempi Nuovi” solo se avremo un numero di abbonamenti sufficiente a coprire le spese di stampa.
Perciò vi chiedo di fare uno sforzo e di abbonarvi; 6 mesi di abbonamento costano 30 euro.
Perché l’edizione cartacea e quella digitale si integrano, ma non si sostituiscono. L’edizione digitale consente di raggiungere persone in ogni angolo del mondo; per noi, significa che ci possono leggere anche i ciampinesi che si sono trasferiti in altre città italiane o estere e che in tal modo possono curare il legame con noi. L’edizione digitale è più economica. E, ultimo ma non per importanza, consente di aggiornare le notizie; aspetto essenziale per un periodico mensile.
D’altra parte, l’edizione cartacea si può tenere tra le mani. Consente di leggere con più calma e di ritenere più agevolmente ciò che si è letto. Gli articoli si possono ritagliare e mettere da parte, con uno sforzo di volontà che li rende più preziosi agli occhi di chi li seleziona. I numeri cartacei si possono raccogliere in annali da tenere in archivio, sempre consultabili, anche in assenza di corrente elettrica.
È per questo che chiediamo il vostro aiuto: perché “Tempi Nuovi” possa continuare ad uscire in tutte e due le forme.
Certo, la crisi morde. Si vede anche nella chiusura dei chioschi dei giornali. Mestamente, dobbiamo constatare che alla lista di questi chioschi si è aggiunto di recente quello della stazione. Era un chiosco storico: inizialmente era tenuto da un simpatico signore con un paio di inconfondibili baffi. Poi fu rilevato da suo nipote. Oggi è chiuso. Si vede che i pendolari della mattina non hanno più tra i primi pensieri della giornata quello di acquistare il giornale. I motivi di questa disaffezione sono molti e non c’è qui lo spazio per esaminarli, ora. Ma ricordiamo quando andare dal giornalaio era un’azione quotidiana. Ogni chiosco strabordava di quotidiani, riviste di ogni periodicità, figurine da raccogliere, libri e opuscoli. Il gestore di uno di quelli che hanno chiuso mi disse, tempo fa, che nei primi due anni dall’apertura, negli anni ’80, gli affari erano andati così bene che si comprò casa.
Oggi, i chioschi dei giornali sono in via di sparizione.
Il mondo cambia, non sempre in meglio, ma è inevitabile che cambi.
Aiutateci a farlo cambiare in meglio anche consentendoci di continuare ad esistere in formato cartaceo. Perché anche noi facciamo la nostra parte, come il colibrì della favola. Nella foresta divampò un incendio. Tutti gli animali fuggirono. Ma un colibrì, con una goccia d’acqua nel becco, volò verso l’incendio. Un leone lo vide e gli disse: “Che fai, colibrì? Lì c’è l’incendio!”. Il colibrì rispose: “Vado a portare la mia goccia per spegnerlo”. Allora il leone esclamò: “Ma che differenza vuoi che faccia, la tua goccia?”. E il colibrì: “Io faccio la mia parte”; e volò verso le fiamme e lasciò cadere la sua goccia; poi voltò verso lo stagno per prenderne un’altra. A quel punto, gli altri animali fecero lo stesso: ognuno prese l’acqua come e quanto poteva e la versò sulle fiamme. Dopo un po’, l’incendio fu domato.
Ci vediamo l’anno prossimo, in una forma o in entrambe.
Tanti auguri di Buon Natale e di un sereno e (si spera) pacifico Anno Nuovo.