di Alberto Podda
Ad occhio nudo le stelle a migliaia sembrano uguali, eppure tra loro ci sono due gruppi distinti, riguardanti anomalie.
Le stelle multiple, cioè doppie, triple, quadruple, sono sistemi dove attorno alla stella principale ruotano altre stelle. Due esempi: Mizar, la centrale del manico del Grande Carro o Orsa Maggiore, ha in realtà una debole stellina accanto: Alcoor. Ciò serviva persino da esame ottico per aspiranti soldati nell’antica Roma. Se a quel tempo un istruttore chiedeva alla recluta cosa vede e rispondeva “una stellina debole accanto alla più luminosa”, si riteneva dotato di vista acuta. Anche alla stellina del Capricorno, chiamata Gredi è visibile il doppio punto ad occhio nudo. Anche col cannocchiale Mizar appare doppia, inoltre è individuabile Albireo (costellazione del Cigno) soprannominata “Il topazio e lo zaffiro” per una stella gialla ed una azzurra insieme. Castore, stella dei Gemelli, risulterebbe perfino sestupla dove alla stella centrale ruotano intorno quattro stelle, di cui addirittura due hanno la stella satellite. È comunque impossibile notarlo con un cannocchiale amatoriale ma un telescopio molto potente oppure con uno strumento come lo spettrografo ma è altamente professionale. I sistemi a stelle multiple costituirebbero un’anomalia ma in realtà rappresentano più del 55%. Noi viviamo in un sistema planetario formato da una sola stella (il sole) ma sorprendentemente è questa l’anomalia!
Le stelle variabili alcune notti brillano di più ed altre meno. Varie tipologie ma mi limito a due: le variabili ad eclisse e cefeidi. Esempio di variabile ad eclisse è Algol della costellazione del Perseo. È una stella doppia, brillante come la Alfa di nome Mirfak, dove la compagna meno lucente ha l’orbita, vista da noi sulla Terra, disposta di taglio. Nel suo periodo di rotazione di 2 giorni e 18 ore, avviene che questa compagna si para davanti alla principale per un’oretta. Di conseguenza ad occhio nudo, la stella perde notevolmente splendore ma ad eclisse terminata, torna fulgida come prima. Personalmente sapete in tutta la mia vita quante volte l’ho notato? Solo due. Vi invito a provarci.
La variabile cefeide, in riferimento alla stella Delta (d) della costellazione di Cefeo ha un’attività difettosa. Il suo splendore contrae improvvisi picchi di massimo per poi indebolirsi lentamente. Al minimo raggiunto, torna d’improvviso al massimo. Questa stella forma un piccolo triangolino con la debole Epsilon (e) e la Zeta (z) poco più lucente (rammento l’alfabeto greco ai nomi delle stelle di 3 numeri precedenti). Certe notti la stella d brilla come la e ed altre, come la z. Questa luminosità… a vampate e cali lenti fu seguita assiduamente in un rigido inverno del 1785, dall’inglese John Goodricke di 19 anni (a titolo informativo, era sordomuto). Per diverse gelide notti osservava e annotava. In seguito rilevò una cadenza regolare dei picchi di massimo e provò il calcolo della tempistica, prima approssimativo e poi perfezionato in 5 giorni e 16 ore. Ulteriori appunti ed osservava ed osservava… È morto di polmonite… E non aveva ancora compiuto 21 anni. Riso amaro, no?