di Antonella Feligetti
Psicoterapeuta e Grafologa
Lasciare su un foglio la propria traccia scritta conserva, nonostante l’impero del digitale, una sua intrinseca magia. Se ho voglia di scrivere un messaggio di amore, difficilmente mi verrà in mente di usare il Pc; allo stesso modo se voglio appuntare un pensiero che mi sembra importante lo farò usando la mia grafia ed usando un pezzo di carta qualsiasi, senza preoccuparmi troppo della forma.
La spontaneità della scrittura a mano permette a chi la usa di esprimere in modo diretto quello che alberga nel cuore. Purtroppo imperscrutabili ragioni culturali hanno condotto verso una completa perdita di abitudine ad usare il corsivo, anche nella scuola. Spesso viene consigliato lo stampatello perché più leggibile ed economico. Vero. Ma anche più impersonale e lontano dalla personale impronta grafica. La scrittura a mano in corsivo infatti ha un collegamento diretto con la nostra anima della quale disegna le pieghe più profonde. Al tempo della pandemia per compensare il pesante isolamento sociale determinato dalle restrizioni imposte, con una collega che vive in Svizzera, decidemmo di usare la scrittura a mano per organizzare degli incontri su zoom tramite i quali si rese possibile mettere in condivisione i vari documenti prodotti da ogni partecipante. Fu un’esperienza di incontro umano incredibile. Da tutta Italia ed anche dall’Europa diversi partecipanti leggevano in un incontro virtuale i propri racconti brevi, per comunicare agli altri il proprio sentire in merito ai temi proposti. A quella prima esperienza tante altre ne sono seguite e la potenza di seminari letterari che permettessero a ognuno di noi di “incontrare” tutti gli altri leggendo le proprie parole scritte su fogli che venivano poi condivisi ha conservato il suo richiamo.
Non smetterò mai di proporre situazioni in cui la scrittura permette di conoscersi meglio e di diventare consapevole del proprio profondo modo di essere. Solo il pensiero critico e consapevole può salvarci dalla passività culturale e dalla completa omologazione.
Rinnovo perciò l’invito a tutti i lettori ad inviarmi le proprie scritture a mano. Le potremmo leggere insieme, magari in presenza, per cercare di comprendere meglio il carattere di chi scrive, con l’aiuto della grafologia.