di Luigi Proietti Orzella

Girando su Internet ho trovato questa vecchia mappa della zona dei Castelli Romani. Risale a più di 160 anni fa ed era esposta, come dice l’iscrizione originale, in Piazza di Spagna. L’ho ricolorata, in quanto era in B/N, per renderla più accattivante ed ho evidenziato i fiumi che esistevano a quei tempi. In effetti, forse dovevano essere poco più che rigagnoli i quali crescevano in inverno e si essiccavano d’estate. Ma esistevano. La cosa che però deve farci capire come questa zona sia cambiata notevolmente in circa un secolo e mezzo è che sono scomparsi due laghi della dimensione maggiore di quello di Nemi. Si tratta del Lago del Vivaro e del Lago di Ariccia. Inoltre, sono scomparsi anche altri laghetti di dimensione minore. Ce ne erano molti. La cartina originale interessava una zona più estesa di quella che appare su questa pagina. In essa si contavano almeno una decina di laghi minori. Nella cartina sotto appaiono solo il Lago di Pantano, vicino a Frascati, e il Lago di Giugurta che doveva trovarsi dove adesso c’è Pavona. In effetti, essendo esso un minuscolo cratere, poteva occupare quella conca su cui adesso esiste un impianto di Golf. Ma sono ipotesi. Invece, i Laghi di Ariccia e del Vivaro, erano di notevoli dimensioni. Il primo era poco più piccolo di quello di Albano o di Castel Gandolfo come lo si voglia chiamare, mentre il secondo invece, seppur a forma allungata doveva avere le sue dimensioni. Io ricordo che da bambino, nella conca del cratere presso Ariccia, in inverno c’era l’acqua. Poi pian piano il Lago di Ariccia è scomparso. Non conosco i motivi, naturali o artificiali, che abbiano determinato l’estinzione di queste ricchezze naturali. E’ vero che a quei tempi, precedenti di una ventina di anni all’Unità d’Italia, le zone ricche di acqua, soprattutto se stagnanti, erano infestate dalla malaria, per cui nel tempo si è proceduto a bonifiche e ad altre iniziative per salvaguardare la salute. Il rammarico, al di là di ogni analisi, senza voler dire se oggi è meglio o peggio del passato, è che lentamente, ma inesorabilmente, sembra che la natura si sta ripiegando su sé stessa. Lo stesso Lago Albano, meraviglia della natura, quand’ero ragazzo, aveva il livello dell’acqua di 3 mt più alto

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