di Manuel Gatti

Nei tempi antichi la lotta ed il combattimento erano utilizzati come mezzo di sopravvivenza, dominio, potere o supremazia. Alcuni gladiatori, già nell’antica Roma, riuscivano a riconquistare un posto nella società proprio combattendo nell’arena e dimostrando coraggio e bravura con prestazioni che catturavano l’attenzione degli spettatori.

Ci basti pensare al neonato che, contemporaneamente al proprio vagito, inizia a muovere le sue manine, le stesse che crescendo, se non supportate da una sana educazione genitoriale, rischiano a sua insaputa di diventare pericolose per gli altri poiché usate istintivamente in maniera aggressiva.

Con il crescere quindi potrebbe accadere che si arriva a sviluppare inconsciamente un atteggiamento manesco e inappropriato dell’utilizzo del proprio corpo.

Sempre più spesso assistiamo e sentiamo parlare di episodi di bullismo da parte di ragazzi che non sempre hanno grandi problematiche alle proprie spalle, ma spinti a volte dalla rabbia repressa o semplicemente dal divertimento, provano un senso di appagamento nel picchiare in maniera barbara il prossimo.

Lo sport da combattimento viene comunemente associato a qualcosa di poco educativo e costruttivo per la crescita di un individuo proprio perché il mezzo principale sono le mani.

Se guardassimo lo sport di contatto da una diversa prospettiva, potremmo scoprire in esso un percorso di crescita personale, emotiva, di rispetto, di costruzione, impegno, confronto con sé stessi e con gli altri.                                                                                                                                       La grande maggioranza dei campioni proviene da situazioni di forte disagio, problemi di diversa natura e tanti di loro, proprio attraverso questo sport, hanno trovato la loro crescita personale e la loro rivalsa.

Personalmente nutro da sempre una passione innata per questo sport ma ho sempre saputo domare la mia rabbia, controllare le mie ansie e sconfiggere le mie paure e delusioni… guantoni alla mano e dentro la palestra.

Nella loro eterogeneità, le arti marziali hanno molti punti in comune e si possono tracciare linee giuda per tutte. Esse spronano a mantenere comportamenti etici e morali.

Etica, deriva dal greco ethos (comportamento) e si occupa di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. All’etica si abbina la Morale, che invece indica l’insieme di regole, principi e norme comportamentali in cui crede un gruppo. L’etica, nelle arti marziali, diventa analisi di ciò che la morale trova giusto o ingiusto, stabilendo un insieme di regole che rendono l’arte marziale rispettosa e rispettabile. L’etica conduce al Rispetto. Il rispetto è il principio cardine delle arti marziali. L’avversario viene sempre trattato come uno alla pari, mai come essere inferiore. Deve essergli attribuita la debita importanza. Particolare riguardo e considerazione, quasi venerazione, si attribuiscono alla persona che ci concede il proprio tempo, la propria conoscenza, la propria fatica. Si impara così a rispettare il proprio insegnante, il proprio Maestro. Si impara ad ascoltare gli altri, svuotandosi dei propri pensieri per essere più ricettivi. Nell’ambito marziale la gelosia, l’invidia, il disprezzo e ogni altro atteggiamento negativo, dovrebbe rimanere al di fuori di ogni contesto. I compagni diventano fratelli di pratica e non si invidia chi sta sopra come grado e abilità. Così come non si disprezza chi sta sotto in quanto, agli inizi del percorso, l’ego deve essere ridimensionato. Si impara ad intraprendere i rapporti con gli altri e a prendere consapevolezza di se stessi. Vengono riconosciuti i propri limiti, consci che ciascuno di noi ha dei limiti. La consapevolezza di se stessi stimola anche l’autostima, imparando a conoscere i propri pregi, il proprio valore e la progressione nella disciplina prescelta. Le arti marziali favoriscono una maturazione emotiva e educano all’empatia. Contribuiscono a creare una positiva consapevolezza di sé stessi, sperimentando le proprie potenzialità, imparando a valutare i propri progressi, aumentando l’autostima. Attraverso un uso consapevole della moderazione, del giudizio, del discernimento, si impara a comprendere i grandi valori che stanno dietro alle regole del vivere sociale. Così, si rafforza il coraggio, l’ardimento, la perseveranza e il controllo delle proprie reazioni. Sicuramente le arti marziali possono, per questo, definirsi maestre di vita.

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