di Chiara Alfonsi
“Paese che vai, monumento che trovi”. Prendiamolo come un proverbio, ma si sa che ogni grande città ha il suo simbolo.
Oggi voglio portarvi in Francia, nel suo cuore pulsante: Parigi, definita la “ville lumière”, la “città luce”. Ebbene, alla sera Parigi si accende di luci e diventa magica, e qual è il simbolo che riesce appieno a renderla tale? La sua stupenda Torre Eiffel. Scopriamo insieme la sua storia e in che modo rende la città luminosa.
Tutto ha inizio nel 1887 quando viene affidato il compito di progettare la struttura della Torre all’ingegnere Gustave Eiffel (1832-1923), per celebrare non solo il centenario della Rivoluzione Francese, ma anche l’Esposizione Universale (ne diventa l’ingresso); entrambi gli eventi si tengono due anni dopo, lo stesso tempo che impiegano due ingegneri dell’azienda di Eiffel, Maurice Koechlin ed Émile Nouguier, nel realizzarla. È alta più di 300 metri, l’inaugurazione avviene il 31 marzo 1889 ed è dotata di diecimila luci a gas che la illuminano da terra, mentre in cima viene installato un faro. “Et voilà”, come dicono i francesi: ecco il modo in cui, specialmente la sera, Parigi riesce sempre ad affascinare i milioni di turisti che vi si recano ogni anno.
Ottima trovata, quella di Eiffel, di pensare alla costruzione della Torre in ferro (ecco come ottiene il soprannome di “Signora di ferro”, dal francese “Dame de fer”), materiale che resiste ai cambiamenti climatici ma, nel contempo, li subisce; infatti la torre si restringe in inverno e si espande in estate, una delle diverse curiosità che le appartengono. Tra le altre, essa ospita, all’ultimo piano, l’appartamento segreto di Gustave Eiffel perché, oltre che ingegnere e architetto, egli ha la passione per la scienza, ed infatti utilizza l’appartamento come laboratorio per svolgere diversi esperimenti di fisica ed aerodinamica.
Inoltre, nei primi anni del Novecento, la Torre viene utilizzata per la telegrafia senza fili e, grazie ad essa, vengono ricevuti telegrammi di estrema importanza. Il suo contributo cambia le sorti delle due guerre mondiali. A tal proposito, la Torre Eiffel ha un ruolo cruciale nella cattura di Mata Hari, leggendaria spia accusata del passaggio di informazioni alla Germania, durante la Seconda Guerra Mondiale. In quel periodo, per evitare di trovare i francesi preparati ad un eventuale attacco bellico da parte di Berlino, Adolf Hitler ordina al generale tedesco Dietrich von Choltitz di demolire la Torre, ordine che non viene mai eseguito, ed il generale viene considerato il salvatore del simbolo più importante di Parigi.