di Luigi Proietti Orzella
“Il mio regno per un cavallo!” fa dire Shakespeare a Re Riccardo III quando questi ha paura di morire in battaglia.
Invece, in occasione dalla NOTTE BIANCA a Ciampino, la frase più ascoltata è stata: “La mia vita per un parcheggio!” Infatti, branchi di pove- ri disperati si aggiravano per le vie strappandosi i capelli perché obbligati a fare qualche centinaio di metri per tornare a casa. Gente che malediceva la Festa e chi la organizzava. Altre persone, durante l’evento, stavano accigliate a guardare dal balcone tutta quella folla che si divertiva, mangia- va, beveva e faceva rumore. Insomma parlo di chi non vuole bene per niente a Ciampino. Di chi torna solo la sera per dormirci, per riempire i bidoni dei rifiuti ed intasare le fognature. Questo è il contributo che dà alla nostra Città. Ma lascio stare, perché ho speso fin troppe parole per codesta gente.
Mi piace dire, invece, quello che ho provato durante tutta quella magnifica serata girando per Ciampino. Un aspetto ha colpito la mia attenzione in quel piacevole trambusto di colori vivaci, di ritmi, di voci festose di bambini emozionati, di cagnolini che gioca- vano tra loro, e di cibi di ogni tipo che ema- navano odori invitanti: ho notato che quasi nessuno girava con il cellulare in mano. Ciascuno stava godendo la “sua” festa. Alla faccia dei criticoni.